Rassegna stampa

L’acume di Renato Rocco non è sfuggito alla Stampa che ha mostrato interesse per le sue raccolte, l’evoluzione stilistica e le prospettive sempre innovative nell’indagare i fenomeni socio-culturali del popolo campano.

 

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CHIAIA MAGAZINE

Gennaio | febbraio 2011, "Il motto che parla", calembours a denti stretti

IL DENARO

9 aprile 2011, Giocare con le parole, un'arte antica

Il <<Motto che parla>> è una nuova irresistibile raccolta di giochi di parole, uno sguardo ironico disincantato sui problemi e le idiosincrasie della vita.<<accostarsi ai giochi di parole e agli aforismi di renato Rocco- scrive Raffaele Messina nella postfazione- è un’esperienza intellettuale sorprendente, in grado di smentire opinioni correnti. A partire da quella che la violazione della regola ortografica generi una perdita di significato. Giocare con le parole è arte nobile a antica. Non a caso essa è all’origine della storia della letteratura italiana>>.

ROMA

14 settembre 2005, Il riso abbonda sulla bocca degli sposi

“Renato regala sorrisi spontanei ma nel contempo invita il suo lettore a riflettere sul senso e sull’importanza del rapporto di coppia che va alimentato giorno dopo giorno anche ridendo delle proprie imperfezione e difetti ma sempre insieme. Infondo Renato racconta delle verità quando dice che “il matrimonio è un continuo rinsavire dalla luna di miele”, quella sorta di limbo in cui i novelli sposi vivono purtroppo per un breve lasso di tempo finito il quale essi si ritrovano catapultati nella dura realtà quotidiana che ha il sapore amaro di un espresso da prendere sempre all’ultimo momento, così come il viaggio di nozze è un “puti-ferie” proprio perché l’alchimia creatasi in quegli indimenticabili giorni è frutto di uno stato di ebrezza passionale derivante dall’eccezionalità e irripetibilità del momento. Il consiglio di Renato Rocco? <>. Beato chi ci riesce!”

Il Denaro

Sabato. 11 gennaio 2003

“il Doppio gioco- giochi di parole….propone un mondo a più facce, attraverso un universo di parole che si attorcigliano su se stesse in mille giochi arditi, credibili, ironici, allegri per meglio e più puntualmente commentare molteplici occasioni d’attualità. Tanti gli argomenti “spinosi” trattati in punta di penna da Renato Rocco e tutti sapientemente suggellati in poche ironiche parole stringate nella finezza del significato. Politica, religione, famiglie, coppie, sono gli spunti essenziali su cui l’autore costruisce una serie infinita di paradossi, doppi giochi di parole che tradiscono verità inconfessabili ed a volte indicibili. Anticonformista, a volte dissacratore, Rocco con maestria si rivela un maestro del calembours, dello humor, dei bisticci di parole, di questi veri e propri fuochi d’artificio verbali”.

L’ESPRESSO NAPOLETANO

“Renato Rocco, autore de <<il doppio gioco>> utilizza il suo innato senso dello humor…. Il risultato che ne viene fuori è un florilegio di motti e giocose creazioni linguistiche che ricordano le stilettate di Longanesi e le battute di Pitigrilli.
Il lanciatore di coltelli innamorato. L’ama o non lama? Alla mucca triste: fatti foraggio. Sono questi solo alcuni assaggi del paradossale e ossimorico mondo di Renato che, da napoletano purosangue, utilizza il <<gioco>> per sopportare con più leggerezza il <<giogo>> che la vita, ogni tanto, impone”

STORIE E IMPRESE

Renato Rocco, il filosofo del calembour

“Per essere seri bisogna saper ridere, diceva Charlie Chaplin. E di certo Renato Rocco, autore del libro <>, analisi semiseria a sfondo antropologico della canzone napoletana, conosce la serietà della vita e l’opportunità di alleggerirla… Rocco parla infatti con grande serietà di quella Napoli nobile e nobilissima, plebea e accattona, romantica e perdigiorno a cui si ispirano le note e i versi di musicisti e parolieri. L’autore suggerisce un nuovo punto d’osservazione, dal quale parte inevitabilmente la risata che si nutre dell’intelligenza, il tratto distintivo di Rocco…Renato Rocco è un grande comunicatore. Il suo occhio elegante e longanesiano si posa su tic, manie, “nzirie” e riti partenopei con piglio indagatorio e l’arguzia di un moralista del ‘700. Deliziose le analisi delle canzoni napoletane, che Rocco smonta e profana esclusivamente per amarle di più. Sorprendente per originalità e accuratezza la seconda parte del volume, dedicata alla critica spassosa di memorabili proverbi napoletani”

LETTERA A RENATO

Carissimo Renato,
è passato oltre un anno da quando sei andato via, andato via verso un mondo del quale abbiamo parlato molte volte come di una grande “ casa comune” dove ci saremmo rincontrati in un futuro prossimo.
Non c’è giorno che io non Ti pensi e non preghi per la Tua bella anima, come per un fratello maggiore che è soltanto …andato avanti, del quale sento, però, la mancanza!
Cosa mi manca? Mi mancano i Tuoi occhi gioiosi quando ridevo insieme con Te per l’ultimo calambur, mi mancano i Tuoi occhi malinconici quando parlavi della vita, mi mancano i Tuoi occhi quando la Tua ironia sopperiva alla durezza della vita ed al disincanto della vecchiaia.
Quanta ricchezza, quanta saggezza in quei pochi versi strappati ad ogni giorno, quanto ingegno profuso alla ricerca della comprensione dell’animo umano,quante parole non dette, quante lacrime non versate, quanta gioia serbata nell’animo!
Caro Renato, è bello sapere che posso trovarTi nel sito ma ho nel cuore una segreta speranza: spero che i giovani possano leggerTi, sentire nel cuore ed apprendere con l’intelletto l’impegno e l’insegnamento di un uomo semplice,umile ma ricco di sentimenti che sicuramente li aiuteranno a vivere meglio.
Ciao Laura
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IL DENARO

9 aprile 2011, Giocare con le parole, un'arte antica

Il <<Motto che parla>> è una nuova irresistibile raccolta di giochi di parole, uno sguardo ironico disincantato sui problemi e le idiosincrasie della vita.<<accostarsi ai giochi di parole e agli aforismi di renato Rocco- scrive Raffaele Messina nella postfazione- è un’esperienza intellettuale sorprendente, in grado di smentire opinioni correnti. A partire da quella che la violazione della regola ortografica generi una perdita di significato. Giocare con le parole è arte nobile a antica. Non a caso essa è all’origine della storia della letteratura italiana>>.

ROMA

14 settembre 2005, Il riso abbonda sulla bocca degli sposi

“Renato regala sorrisi spontanei ma nel contempo invita il suo lettore a riflettere sul senso e sull’importanza del rapporto di coppia che va alimentato giorno dopo giorno anche ridendo delle proprie imperfezione e difetti ma sempre insieme. Infondo Renato racconta delle verità quando dice che “il matrimonio è un continuo rinsavire dalla luna di miele”, quella sorta di limbo in cui i novelli sposi vivono purtroppo per un breve lasso di tempo finito il quale essi si ritrovano catapultati nella dura realtà quotidiana che ha il sapore amaro di un espresso da prendere sempre all’ultimo momento, così come il viaggio di nozze è un “puti-ferie” proprio perché l’alchimia creatasi in quegli indimenticabili giorni è frutto di uno stato di ebrezza passionale derivante dall’eccezionalità e irripetibilità del momento. Il consiglio di Renato Rocco? <>. Beato chi ci riesce!”

Il Denaro

Sabato. 11 gennaio 2003

“il Doppio gioco- giochi di parole….propone un mondo a più facce, attraverso un universo di parole che si attorcigliano su se stesse in mille giochi arditi, credibili, ironici, allegri per meglio e più puntualmente commentare molteplici occasioni d’attualità. Tanti gli argomenti “spinosi” trattati in punta di penna da Renato Rocco e tutti sapientemente suggellati in poche ironiche parole stringate nella finezza del significato. Politica, religione, famiglie, coppie, sono gli spunti essenziali su cui l’autore costruisce una serie infinita di paradossi, doppi giochi di parole che tradiscono verità inconfessabili ed a volte indicibili. Anticonformista, a volte dissacratore, Rocco con maestria si rivela un maestro del calembours, dello humor, dei bisticci di parole, di questi veri e propri fuochi d’artificio verbali”.

L’ESPRESSO NAPOLETANO

“Renato Rocco, autore de <<il doppio gioco>> utilizza il suo innato senso dello humor…. Il risultato che ne viene fuori è un florilegio di motti e giocose creazioni linguistiche che ricordano le stilettate di Longanesi e le battute di Pitigrilli.
Il lanciatore di coltelli innamorato. L’ama o non lama? Alla mucca triste: fatti foraggio. Sono questi solo alcuni assaggi del paradossale e ossimorico mondo di Renato che, da napoletano purosangue, utilizza il <<gioco>> per sopportare con più leggerezza il <<giogo>> che la vita, ogni tanto, impone”

STORIE E IMPRESE

Renato Rocco, il filosofo del calembour

“Per essere seri bisogna saper ridere, diceva Charlie Chaplin. E di certo Renato Rocco, autore del libro <>, analisi semiseria a sfondo antropologico della canzone napoletana, conosce la serietà della vita e l’opportunità di alleggerirla… Rocco parla infatti con grande serietà di quella Napoli nobile e nobilissima, plebea e accattona, romantica e perdigiorno a cui si ispirano le note e i versi di musicisti e parolieri. L’autore suggerisce un nuovo punto d’osservazione, dal quale parte inevitabilmente la risata che si nutre dell’intelligenza, il tratto distintivo di Rocco…Renato Rocco è un grande comunicatore. Il suo occhio elegante e longanesiano si posa su tic, manie, “nzirie” e riti partenopei con piglio indagatorio e l’arguzia di un moralista del ‘700. Deliziose le analisi delle canzoni napoletane, che Rocco smonta e profana esclusivamente per amarle di più. Sorprendente per originalità e accuratezza la seconda parte del volume, dedicata alla critica spassosa di memorabili proverbi napoletani”