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Napoli, un semaforo per nemico

Per convenzione internazionale il traffico stradale viene regolato dai semafori che dispongono di soli tre colori. Considerata la scarsità di colori, il comportamento di fronte ad essi dovrebbe essere omogeneo sia per l’inglese che per il napoletano. Varia invece l’atteggiamento frutto di una diversa culture. E l’humus filosofico-comportamentale che trasforma la percezione dei colori in un fatto traumatico. Empirico e pragmatico è quello inglese: un rapporto di causa ed effetto equilibrato e dosato al millimetro. II napoletano, invece, in attesa di un qualunque intervento divino o umano che accorci i tempi dell’attesa, fa del cambiamento cromatico dei tre colori una situazione penalizzante: il pedone, come cosciente vittima sacrificale, passa con il rosso. Per l’inglese il semaforo è la certezza che il mondo cammina sicuro per il suo verso fidando nel suo buon diritto. Per il napoletano il semaforo resta una brillante metafora, un’attesa medianica con la certezza che i tre colori rappresentano un momento transitorio, cullando l’ aspirazione di essere il primo a partire, lasciando dietro di sé un vuoto assoluto. Con un volo di fantasia per annotare le differenze tra le due scuole di pensiero per natura conflittuale, per meglio esplicitare il concetto, facciamo ricorso all’aria «La calunnia è un venticello» da «il Barbiere di Siviglia» di Rossini. Per la parte inglese: «La calunnia è un venticello/un’auretta assai gentile/che insensibile e sottile/dolcemente dolcemente/incomincia a sussurrar». Il versante napoletano invece recita: «Piano piano trabocca e scoppia/si propaga e si raddoppia/e produce un’esplosione/come un colpo di cannone/un tremuoto un temporale/che fa l’aria rimbombar». In caso di contrasto con un altro automobilista, il napoletano fa ampio ricorso alle anime dei defunti, dando corpo alla testimonianza di tutte le categorie di defunti di sua conoscenza, anche quelle frutto di un legame amoroso legato a illegali attività sessuali. Il suo repertorio viene incrementato dal disegno che con ampi gesti e con le mani rinforza il suo pensiero. E’ una novella Iliade nella quale i figli di Troia abbondano nel campo avverso. L’inglese invece immagina eterei fantasmi ove veleggiano le anime purganti con sommesse e sferraglianti catene e popolate da risibili scenari macabri. Le donne napoletane sono più pragmatiche impiegando l’attesa che scatti il semaforo al rifacimento del trucco e più in generale al lavoro di abbellimento personale. Nella stessa attesa la donna inglese trapassa con lo sguardo chi gli sta attorno, assorta com’è nella contemplazione inerte del panorama. Riguardo poi il fondo stradale non vi è in Inghilterra nessuno sfizio o piacere a guidare essendo la strada ben liscia e senza ostacoli privando cosi l’inglese del partenopeo spasso: quello di aumentare la velocità in una buca piena di pioggia e fare un bagno al povero pedone in attesa di un mezzo sul marciapiede.

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